110 anni di Confindustria: riflessioni sul futuro!

110 anni di Confindustria: riflessioni sul futuro!

Oggi ho partecipato all’evento per i 110 anni di Confindustria (1910-2020) riunitasi nel luogo in cui è nata: alle OGR di Torino.

Se ho sentito, anche qui, che tra gli obiettivi per il Paese ci debbano essere la battaglia sull’emergenza climatica, la ridistribuzione delle risorse e l’innovazione tecnologica attraverso una riforma strutturale, vuol dire che abbiamo visioni comuni tra impresa e politica.

Credo che sia la Regione Piemonte che il Governo centrale debbano strutturare una sinergia con questo pezzo fondamentale del paese per costruire politiche pubbliche di sviluppo, capaci di abbassare la pressione fiscale e parallelamente finanziare progetti innovativi. Chiedendo però, nel contempo, al mondo delle imprese di tutelare i loro lavoratori e le loro famiglie eliminando la delocalizzazione come “scelta imprenditoriale” e quindi non aprendo conflittualità con i sindacati.

Un Romano Prodi, intervenuto nella mattinata, come sempre lucido e utile alla riflessione del paese commenta: “uno dei problemi è l’instabilità della classe dirigente che cambia continuamente in ogni settore, dalla politica ai sindacati alla leadership delle imprese. Avere oggi un sindacato unico e/o unito può essere una possibile soluzione sul comparto delle tutele lavorative.”
Sul tema della stabilità aggiunge: “Anche per questo ho portato avanti l’idea che avevo dell’Ulivo per stabilizzare la politica: i riformisti da una parte e i conservatori dall’altra.”
Oggi queste idee potrebbero essere la base dalle quali ripartire per ricostruire politiche progressiste e europeiste in sinergia con sindacati e imprese. Per questo come afferma Innocenzo Cippolletta, economista di fama internazionale, Romano Prodi sarebbe un ottimo Presidente della Repubblica!

Condivido in pieno e spero che questo possa capitare nel prossimo futuro.

Una pecca di questa mattinata: nella narrazione di questi 110 anni è mancata totalmente l’analisi del fenomeno mafioso, elemento che distrae risorse, mortifica l’economia legale e sul quale Confindustria dovrebbe porre l’attenzione. Peccato.

In chiusura di evento il Presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, sottolinea che: “chi urla e chi si scaglia contro nemici non costruisce, non rende merito al nostro paese e non mantiene come elemento centrale la comprensione e l’ interpretazione della complessità.
Boccia ha anche citato in un passaggio il Presidente Mattarella, passaggio che mi sento di condividere pienamente: “Sogno e speranza non si devono lasciare al tempo dell’infanzia”. Non lo faremo, è un impegno comune che voglio assumermi.

In conclusione, dopo questa mattinata di confronto e approfondimento, credo ancora più fermamente che chiudersi in una cultura nazionalista e sovranista sia una scelta fallimentare.

Solo alzando lo sguardo, come faceva Platini quando disegnava traiettorie superbe sul campo di gioco, verso un futuro di unità e di europeismo potremo intraprendere l’unica strada percorribile per uno sviluppo economico necessariamente collegato ad una maggiore equità e giustizia sociale.
Anche per questo l’unica soluzione sarà quella di trasformare l’Unione Europea in una Repubblica d’Europa superando gli Stati Nazione.

Seguitemi e tenete le orecchie dritte e gli occhi ben aperti il 15 febbraio, saremo in diretta da Scandicci… #staytuned