
“Salvini non ha rubato i voti della classe operaia, li ha guadagnati andando a sostituirsi in battaglie di cui dovrebbe occuparsi la sinistra”.
Da questa riflessione, drammatica ma verosimile, vorrei costruire un ragionamento.
Sicuramente la sinistra negli ultimi anni ha mancato qualche passaggio epocale, che ha portato il paese a sentirsi abbandonato e ha portato il nostro elettorato storico tra le più “rassicuranti braccia” dei sovranisti. Poco importa che la visione sia miope e semplicemente annunciata, mai realizzata: il Paese soffre e cerca disperatamente delle parole chiave forti, nette, senza ambiguità.
In questo contesto, fare Politica nell’area del Centrosinistra si fa più complesso: io non rinuncerò mai alla complessità del ragionamento per rincorrere gli slogan che le destre propongono. La realtà è articolata e le risposte semplici sono, sul lungo periodo, inefficaci.
Tutti noi dovremmo fare una riflessione: fare Politica vuol dire indirizzare una Comunità verso l’orizzonte che immaginiamo, ma questo si può fare solo convincendone i membri. La retorica portata all’esasperazione può darci molto piacere intellettuale, utile a rinfrancare il nostro ego e la stima di quelli della nostra cerchia. Chi si occupa di politiche pubbliche, però, non può fermarsi a questo.
Perché la maggioranza della popolazione, semplicemente, chiede pragmaticità. Vuole capirci, prima di affidarci il consenso. Storici sono rimasti i commenti dopo gli interventi pubblici di Enrico Berlinguer ad esempio: un uomo di cultura indiscussa, che riusciva però a lasciare in chi lo ascoltava la sensazione di essere compresi, di non essere esclusi. Chi sentiva Berlinguer lo capiva e lo amava.
Io non ho vissuto quegli anni, ma oggi mi ritrovo ad occuparmi del bene comune e ho lo stesso obiettivo: abbandonare la retorica senza abbandonare la complessità. La sfida è ardua e in continua evoluzione, ma l’obiettivo è quello.
Molti mi chiedono perché utilizzo le emoticon nei miei post, perché cerco di fare video per raccontare le mie giornate, perché alcuni miei post sono brevi e diretti: rendere accessibile l’informazione, parlare a tutti, invogliare la curiosità, perché tutti poi possano commentare, suggerire, confrontarsi è sempre il mio obiettivo. Aprire un primo spazio di partecipazione, ripeto, concentrandomi sempre sui contenuti rendendo la complessità accessibile!
Cari amici e compagni di area politico-culturale, cerchiamo insieme di uscire dai nostri cerchi e proviamo a parlare con quelli che sono più lontani?