SISTEMA CULTURA PIEMONTE: dal grande evento alla cultura strada per strada quartiere per quartiere!
Secondo le ultime stime Istat, la spesa pubblica destinata dall’Italia ai servizi culturali (che includono la tutela e la valorizzazione del patrimonio) è pari a 5,1 miliardi di euro contro i 14,8 e 13,5 miliardi di Francia e Germania. Nonostante l’aumento registrato negli ultimi anni (+17,3% dal 2016), l’Italia resta uno dei paesi europei che spendono meno per i servizi culturali in rapporto al proprio Pil: il 2,9 per mille contro una media Ue del 4 per mille, dato che relega il nostro Paese al 23° posto.
Premessa doverosa anche se per noi scontata: le politiche pubbliche sulla cultura sono e devono essere sempre di più considerate un investimento e un fattore di sviluppo socioeconomico e per questo l’obiettivo prioritario del centrosinistra sarà nei prossimi anni aumentare la spesa pubblica per arrivare almeno ai livelli medi europei.
Per fare questo poniamo qui una progettazione che insieme all’aumento delle risorse potrebbe risultate particolarmente efficace ed efficiente per rilanciare il tutto il comparto culturale.
Da anni affermiamo che i grandi eventi sono uno dei motori principali di Torino e del Piemonte sia dal punto di vista turistico che economico, influenzando positivamente lo sviluppo delle città e dell’aree provinciali.
Da anni affermiamo che la cultura e gli eventi devo arrivare nelle così dette periferie per evitare di costruire una città di serie B e una di seria A. In questo ragionamento entrano a pieno titolo la prima cintura di Torino ma soprattutto tutti gli altri comuni ancora più piccoli dell’area metropolitana (312 comuni) e del resto del Piemonte (1180 comuni).
In molti hanno teorizzato questi concetti, in pochi li hanno applicati contemporaneamente.
Il grande evento può essere direttamente di supporto all’evento di quartiere o di un piccolo comune? L’evento di quartiere o di un piccolo comune può essere utile al grande evento?
Secondo la nostra tesi, si!
Il grande evento può, anzi da oggi dovrà, dedicare e investire una quota dei suoi incassi a finanziare il piccolo evento circoscrizionale o comunale traferendo direttamente risorse in denaro, in competenze e in servizi, tra i quali anche quelli artistici.
Il grande evento può, anzi da oggi dovrà, ospitare piccole realtà territoriali valorizzandole: da operatori locali, a giovani volontari fino ad artisti minori emergenti.
L’evento di quartiere o organizzato nei piccoli comuni potrà collegarsi al grande evento, ragionando ognuno per le proprie competenze e possibilità, per costruire ad esempio un suo appuntamento off o attivando occasioni di formazione coerente al grande evento scelto.
Questa proposta oggi solo in bozza sarà possibile adottando un protocollo denominato “Cultura Bene Comune” sottoscritto dai comuni dell’area metropolitana e delle province del Piemonte e dovrà essere preso come modello da ogni operatore che decide di portare o proporre un grande a Torino come in ogni altro capoluogo di Provincia. Questo permetterà al comune capoluogo di provincia di avere un budget ricavabile dai grandi eventi e delle risorse e informazioni locali da mettere a disposizione: nascerà quindi Sistema Cultura Piemonte.
Come finanziamo questo sistema? Da un lato prevedendo un capitolo specifico nel bilancio regionale a disposizione dei comuni e delle realtà del terzo settore con l’unico obiettivo di sostenere progetti che si concepiscano dentro a questo modello e dall’altro si chiede all’organizzatore del grande evento di definire un budget specifico che verrà ribaltato sul territorio nel quale si svilupperà l’evento stesso.
Tutto questo si regge però su due premesse fondamenti: le realtà culturali più strutturate dovranno concepirsi anche come aziende culturali, sviluppando così una sensibilità imprenditoriale alle quali il pubblico chiederà di produrre utili (non dobbiamo avere paura di usare questo termine legato al mondo della cultura) che in parte verranno reinvestiti nelle dimensioni locali e periferiche. Le realtà locali dovranno formarsi per concepire il grande evento come un’occasione e non come una mannaia dal cielo che mangia budget pubblico e spazi cittadini.
In più le grandi città come Torino e gli altri capoluoghi di provincia dovranno avere la pazienza e il coraggio di guardare alle proprie periferie come luoghi dai quali poter prendere spunto, esempio e a volte anche copiare: solo facendo davvero squadra si può andare oltre e ottenere risultati straordinari.
Questo schema riassunto nel nome “Sistema Cultura Piemonte” è valido per qualsiasi ambito culturale e sportivo: grandi festival musicali, rassegne teatrali o singoli spettacoli, grandi mostre, grandi musei piemontesi e grandi eventi sportivi collegati alle realtà locali.
Attraverso questo schema si potranno raggiungere tre obiettivi: produrre economia circolare aumentando le risorse finanziarie, aumentare il legame sociale tra livelli differenti di società, costruire una rete davvero collaborativa tra privati, terzo settore ed enti pubblici.
Su tutto questo ci confronteremo questa sera con:
Diego Sarno – Consigliere regionale e Vicepresidente Commissione Cultura
Rosanna Purchia – Assessore alla Cultura Città di Torino
Stefania Rosso – Direttivo Comitato Emergenza Cultura Piemonte
Corrado Camilla – founder Prodea Group
Laura Pompeo – Assessora cultura Città di Moncalieri e segreteria metropolitana PD
Filippo Ghisi – Fondazione Torino Musei Consiglio Direttivo
Claudia Spoto – Direttrice Teatro Colosseo
Stefano Pesca – CEO Consiste srl, imprenditore, regista/dir. artistica eurovision village, Cerimonia Universiadi Lake Placid (NY), Vertical Stage
Modera Domenico Cerabona Presidente Partito Democratico Metropolitano
Nota: questo contenuto che vuole essere la linea su cui sviluppare il dibattito alla Festa dell’Unità di Torino, che è stato presentato anche all’appuntamento della conferenza programmatica regionale su cultura, sport, turismo e giovani svoltosi a Verbania il 5 agosto, così da avere un’ipotesi di linea “comune” sui diversi livelli partitici.