Il rapporto “amministratori sotto tiro” redatto da Avviso Pubblico ogni anno fotografa la realtà delle intimidazioni subite da amministratori locali, funzionari pubblici o candidati alle elezioni di enti locali.
Una fotografia di una condizione che troppo spesso si vorrebbe dimenticare, ignorare, nascondere sotto al tappeto: lo straordinario lavoro di Avviso Pubblico invece ci costringe a prendere atto, con la forza fredda dei numeri, della dimensione e complessità del problema. Per la prima volta, nel 2019, si sono registrati atti intimidatori in ogni regione d’Italia. Ormai non serve neanche più ribadire che chi circoscrive il fenomeno mafioso al Mezzogiorno compia o un errore marchiano o una svista dolosa.
Una ogni 15 ore. Nel nostro paese ogni 15 ore viene minacciato, intimidito, aggredito verbalmente o fisicamente un amministratore o un funzionario pubblico.
Grande peso in questa relazione continua ad essere costituito dalle regioni del Sud Italia, con la Campania in testa a questa triste classifica, ma non sottovalutiamo i casi riscontrati nella nostra regione: 22 casi nel 2019. Una ogni due settimane circa, un dato raccapricciante. La provincia di Torino nello specifico è stata bersagliata da questi atti violenti, rendendola insieme a Milano la provincia più colpita del Nord Italia.
Gli amministratori locali (principalmente i Sindaci) e i funzionari degli enti locali sono le categorie maggiormente bersagliate, anche semplicemente per scelte amministrative non apprezzate: il dato drammatico che emerge chiaramente dal rapporto è che un numero considerevole di aggressioni non derivi da personalità borderline con un chiaro profilo criminale, bensì da comuni cittadini anche non affiliati a clan che semplicemente riversano usando questi strumenti il malcontento sociale o la propria contrarietà ad una scelta amministrativa.
La speranza è che questo rapporto e questo ultimo dato nello specifico ci motivino a continuare il nostro instancabile lavoro di monitoraggio della cultura mafiosa prima di tutto, perché come abbiamo visto da ogni dramma sociale, difficoltà economica o personale può scaturire un comportamento criminoso “giustificato” dalla diffusa sensazione di impunità e di “così va il mondo”.
Il mondo non va così: noi saremo sempre lo Stato e alla fine, col contributo di tutti, lo Stato vincerà anche questa battaglia.
Sul sito di Avviso Pubblico si può visionare l’intero rapporto: