8 marzo: con lo sguardo al futuro, consapevoli che c’è ancora molta strada da percorrere.

8 marzo: con lo sguardo al futuro, consapevoli che c’è ancora molta strada da percorrere.

In questa giornata particolarmente importante, ho scelto di pubblicare un pensiero di Noemi Favale, Presidente della Consulta delle donne di Nichelino e Presidente pro-tempore della Consulta Pari Opportunità del Consiglio regionale del Piemonte.

8 marzo: oggi celebriamo le conquiste fatte fin ora in tema di diritti delle Donne e guardiamo al futuro, consapevoli che c’è ancora molta strada da percorrere.

Ancora oggi infatti, ovunque nel mondo, senza distinzione di etnia o ceto sociale, molte donne sono discriminate, ingabbiate all’interno di ruoli che per consuetudine sociale abbiamo affidato loro, private della possibilità di decidere del proprio corpo o di gestire come desiderano vita familiare e professionale.
Ecco perché l’8 marzo non é una festa. Oggi non vogliamo ricevere auguri.
Il linguaggio é importante: é il modo in cui descriviamo la realtà che ci circonda. Sappiamo che la lingua muta insieme ai tempi che cambiano, si adatta alle novità, si forgia su concetti nuovi, su ruoli e figure in crescita. Allora chiamateci con il nostro nome quando riusciamo ad arrivare dove prima c’erano solo uomini. Continuiamo ad essere maestre, infermiere, cameriere e segretarie, ma siamo anche avvocate, direttrici, ministre. É stato duro e faticoso e lo é ancora, ogni donna sa quanto bisogna lottare (con se stesse soprattutto!) e con retaggi culturali che volenti o nolenti ci appartengono e sono scavati in noi fin dall’infanzia. Ecco perché credo che il più grande lavoro di contrasto a stereotipi e pregiudizi debba essere svolto dalla tenera età, a scuola, dove bambini e bambine possano confrontarsi su dignità, libertà e rispetto e portare dentro di sé per tutta la vita, come consapevolezza ormai acquisita, questi tre semplici concetti in grado di rivoluzionare il mondo.
Vogliamo contrastare la violenza, scardinare i presupposti di prevaricazione su cui essa si fonda, perché i femminicidi sono solo il punto di arrivo di meccanismi fini e complessi di cui non sempre siamo consapevoli.
Non abbiamo bisogno di protezione degli uomini in questo senso. Abbiamo bisogno di camminare fianco a fianco, con pari impegno e responsabilità, verso battaglie e conquiste che richiedono sicuramente rinunce per molti uomini, richiedono la forza e la determinazione di correggere meccanismi sbagliati che appartengono anche a loro. Sono però rinunce necessarie, per la conquista di diritti civili e sociali che devono essere ugualmente distribuiti. Dobbiamo lottare insieme per una genitorialità condivisa, per garantire la piena realizzazione di ogni individuo, per non relegare solo le donne alla cura di bambini e anziani, per poter dire DAVVERO che abbiamo realizzato finalmente il sogno delle Pari Opportunità per tutti.

Niente auguri oggi, solo una riflessione condivisa.

Noemi Favale