
E’ per questo che il “Riparti Piemonte” ci lascia perplessi: la sensazione che abbiamo avuto dopo averlo approfondito è di aver visto dei grandi fuochi d’artificio. Luci, suoni, scoppi, ma alla fine il risultato è il minimo sindacale, per altro con enormi mancanze nella lista dei beneficiari.
Non sono questioni di parte o sensazioni, ci sono i numeri che, purtroppo per i piemontesi, parlano chiaro: partiamo dalla cifra complessiva. Presentato come un piano da 808 milioni di euro, va scomposto tra i finanziamenti europei, i fondi regionali già impegnati gli scorsi anni e ciò che questo decreto impegna come “nuove risorse”, per affrontare l’emergenza. Sapete quante sono queste risorse “nuove” sul totale di 808 milioni? 98, un decimo di quanto ostentato in una conferenza stampa di cui vi parlerò tra poco.
La cifra può sembrare comunque importante, ma per fornire un elemento di comparazione, allego il link del mio scorso articolo in cui racconto come con una Proposta di Legge del Partito Democratico, attraverso una semplice riduzione di capitale di Finpiemonte, abbiamo proposto alla maggioranza di recuperare 100 milioni di risorse “fresche”.
https://diegosarno.it/2020/04/30/riparti-piemonte-ma-fallo-bene/
Un altro, impietoso, dato rileva dai finanziamenti a fondo perduto alle aziende, provvedimento “cavallo di battaglia” di questa Giunta Regionale.
A parte la retorica del “finanziamenti a tutti, basta rispondere alla mail”, retorica che cullando la necessità delle aziende di sburocratizzazione nasconde in realtà una necessaria analisi dell’ente pubblico sulle domande e sull’offerta. In sintesi: veloci sì, ma i finanziamenti devono raggiungere le aziende che ne hanno i requisiti e non disperdersi “a pioggia”.
Oltre questa banalizzazione di un problema complesso, urge sottolineare che degli 88 milioni promessi, nella legge ne troviamo solo 55 e per altro con delle esclusioni che non sembrano comprensibili: sono esclusi infatti alberghi, ambulanti non alimentari, cartolerie, librerie, negozi di abbigliamento, erboristerie e agenzie di viaggio, per fare qualche esempio. Ma non doveva bastare rispondere ad una mail? Gli alberghi non necessitano di supporto? Tutte domande, ad ora, inascoltate da Cirio e dalla sua Giunta.
Un altro elemento che dobbiamo, nostro malgrado, sottolineare è l’inaccettabile ritardo nella cassa integrazione in deroga: a fronte delle circa 40 mila domande la Regione Piemonte ha processato solo 2000 domande circa.
Com’è possibile questo? L’assessore Chiorino dichiara di aver decuplicato il personale addetto a questa incombenza, ma noi rimaniamo perplessi: quali sono le delibere approvate dalla Giunta per ridestinare il personale da funzioni che oggi sono meno urgenti a questa? Le parole oggi non bastano più, vogliamo vedere gli atti. E’ di oggi la notizia che Intesa Sanpaolo verrà in “soccorso” delle mancanze della Regione anticipando i soldi della cassa (allego link della nota stampa), notizia che non può che farci piacere, ma non sono i privati che dovrebbero supplire il pubblico.
Certo è che se la Giunta regionale è impegnata nella spettacolarizzazione delle sue promesse, non rimane molto tempo per le esigenze dei piemontesi. Quello che si rischia è l’effetto “Truman Burbank”: come nel celebre film di Peter Weir, il cittadino Truman può anche essere inizialmente ingannato dallo spettacolo mediatico costruito ad arte, ma poi la barriera prima o poi crolla e Truman si accorgerà che oltre la finzione la realtà è cedevole e insufficiente.
Per spiegare a cosa mi riferisco, basti pensare al Consigliere Carosso che invece di seguire i lavori del Consiglio Regionale tiene una conferenza stampa per raccontare il fumoso “Riparti Piemonte”.
Il nostro ruolo di opposizione resterà propositivo e mai ostruzionistico, perché anche se le azioni di questa maggioranza ce lo rendono incredibilmente complesso, nei momenti di crisi dobbiamo lavorare per l’unico interesse dei nostri concittadini. Solo ieri abbiamo approvato il carattere d’urgenza, ad esempio, della delibera “Riparti Piemonte” che dimezza i tempi di approvazione da 60 a 30 giorni.
Cirio faccia tesoro della nostra collaborazione: non solo non stiamo intralciando i lavori, ma siamo propositivi e le nostre azioni potrebbero rendere meno grave il giudizio complessivo che i cittadini avranno di questa fase di emergenza. La nostra responsabilità aiuterà i piemontesi, Cirio farà altrettanto?