Category: Partito Democratico

Dal 2019 al 2023 in Consiglio regionale del Piemonte

Dal 2019 al 2023 in Consiglio regionale del Piemonte

4 ANNI DI OPPOSIZIONE ALLE PROMESSE MANCATE E ALL’INADEGUATEZZA DI CIRIO E DELLA DESTRA:

  1. “Azzerato” il nuovo ospedale ASL TO5: cambiata la localizzazione (da Moncalieri/Trofarello a Cambiano) e tempi di realizzazione portati potenzialmente a 12-15 anni
  2. Nessun nuovo ospedale in Piemonte
  3. Aumentata la privatizzazione della sanità pubblica: più medici gettonisti per visite e pronti soccorso ai privati
  4. Liste d’attesa mai così lunghe: 390 giorni l’attesa media mentre nessun nuovo operatore sanitario viene assunto
  5. Cementificazione del Piemonte con una nuova legge sull’urbanistica
  6. Liberalizzazione del gioco d’azzardo patologico: salta la tutela delle fasce deboli e della salute pubblica
  7. Affido dei minori: meno tutele per per i bambini
  8. Poca attenzione alle crisi aziendali (Mhale, Embraco, Olisistem, Cosmonova, AFS-Amazon etc.) e ai lavoratori
  9. Negazione della crisi climatica e dell’emergenza ambientale
  10. Tangenziale di Carmagnola: questione non risolta
  11. Casello di Beinasco: questione non risolta

 

4 ANNI DI PROPOSTE E DI ATTIVITÀ POLITICA. Le mie azioni e i nostri risultati e proposte:

  1. 20 proposte di legge di cui una come primo firmatario, 47 mozioni di cui 6 come primo firmatario, 274 ordini del giorno di cui 32 come primo firmatario, 34 interrogazioni, 96% di presenza alle sedute
  2. 20 milioni di euro per la valorizzazione della Palazzina di Caccia di Stupinigi e dei suoi poderi
  3. 100% di copertura delle borse di studio universitarie
  4. Presentata una nuova legge di iniziativa popolare contro il gioco azzardo patologico: raccolte 12.000 firme dai cittadini e 21 delibere dai Consigli comunali
  5. Seguite direttamente otto crisi aziendali per tutelare i lavoratori e le loro famiglie
  6. Approvato il corso di formazione su mafie, antimafia e corruzione per i dipendenti della Regione Piemonte
  7. Ripristinato il bando per il sostegno al riutilizzo dei beni confiscati alle mafie
  8. Approvazione del progetto pilota per DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento) in ambito lavorativo
  9. Depositata la Proposta di Legge sul contrasto all’Odio in Rete (Hate Speech) e tutela delle vittime
  10. Caro affitti universitari: aperto tavolo per risolvere il problema con presenza degli studenti universitari
  11. Richiesto un fondo straordinario per il personale sanitario post Covid: bocciato dalla destra!
  12. Richieste nuove assunzioni di terapisti occupazionali: bocciate dalla destra!
  13. Presentato un atto, grazie a Friday for Future e Extinction Rebellion per richiedere un piano di comunicazione straordinario sull’emergenza climatica verso tutti i piemontesi: bocciato dalla destra!
Bilancio Regione Piemonte: 44 milioni di Euro – zero impegni per sostenere le difficoltà dei piemontesi

Bilancio Regione Piemonte: 44 milioni di Euro – zero impegni per sostenere le difficoltà dei piemontesi

La variazione di Bilancio presentata dalla Giunta in Consiglio regionale del Piemonte è una variazione che, ancora una volta, dimostra l’incapacità della Giunta Cirio di fare scelte adeguate al momento emergenziale che il Piemonte sta vivendo.

Sono relatore di minoranza del DDL 220, ovvero di questa variazione di bilancio e per questo ho scelto di scrivere questo articolo in cui cercherò, attraverso delle slide, di semplificare la nostra posizione.

Vedere cifre come questa sul bilancio di un’intera Regione come il Piemonte è una cosa normale, il problema infatti non sta tanto nella cifra in sé, quanto nel modo in cui questi milioni di Euro pubblici stanno per essere spesi.

 

In primo luogo, da dove arrivano questi 44 milioni? Ben 16 milioni sono stati sottratti a Finpiemonte, l’ente regionale che sostiene lo sviluppo economico e sociale, della ricerca e della competitività del territorio.
E’ una scelta che denota scarsa lungimiranza ma che potrebbe giustificarsi dall’uso alternativo che la Giunta poteva fare di queste somme.
Quindi: la Giunta cosa propone? Quali sono le sue priorità? Incredibilmente, data l’emergenza che stiamo vivendo, oltre il 20% di queste risorse verrà attribuito al campionato europei di rally (2,4 milioni) e al Consorzio per il Sistema Informativo del Piemonte (7 milioni): in situazioni emergenziale i fondi seppur strutturali devono essere razionalizzati. Perché non è stato fatto?
Oltre a ciò, la Giunta fa scelte poco chiare sia in termini di merito che di metodo: i 300.000 € per i grandi eventi, come verranno impiegati? Perché la giunta non spiega cosa voglia farne?

E ancora, non si spiegano alcune stranezze: perché istituire un articolo ad hoc (laddove le variazioni di bilancio seguono normalmente altri iter) per allocare 60.000€ al comune di Pradleves affinché possa acquistare un terreno e realizzare un presidio di carabinieri e forestali? Perché proprio lì e non altrove? A quali logiche risponde questa scelta?
Allo stesso modo: perché istituire un articolo ad hoc per allocare 50.000€ all’Associazione Teatro Popolare di Sordevolo, una somma irrisoria per un evento da 1 milioni di €? Ancora una volta, come interpretare queste scelte inconsuete nel merito e nel metodo?

Noi all’opposizione avremmo impiegato diversamente quei fondi, perché al di là dei grandi proclami il modo in cui si spendono i soldi descrive la visione della diversa società che vorremmo. Per noi è fondamentale sostenere le famiglie nell’accesso alla casa, all’istruzione, alla sanità, e lo diventa ancor di più in momenti critici come quelli che stiamo vivendo, in cui aumentano povertà, disuguaglianze e precarietà, tra salari che non aumentano e caro bollette.
Ecco perché abbiamo chiesto di destinare 2 milioni per sostenere i condomìni privati nell’affrontare il caro bollette, oltre a 2 milioni per poter finalmente rimettere a disposizione tutti quegli alloggi ATC (case popolari) esistenti ma ancora non a norma e poter così sfoltire le lunghe liste d’attesa.
Ecco perché abbiamo chiesto 10 milioni per venire incontro ai tanti aventi diritto ai voucher scuola, libri e trasporti che sono stati tuttavia esclusi per insufficienza di risorse (70.000 nuclei): con questa somma riusciremmo perlomeno a dimezzare gli esclusi; allo stesso modo, chiediamo alla giunta di tornare indietro sui suoi passi e non far ricadere i costi della crisi sugli studenti universitari che hanno visto aumentare il prezzo delle mense fino a 1,40€ a pasto: con 150.000€, l’entità dell’aumento può essere dimezzata.
Ecco perché abbiamo chiesto di allocare 358.000€ alla riduzione delle tariffe per accedere alle RSA, oltre a 664.000€ che basteranno almeno a coprire, fino a dicembre, i buchi lasciati dai pensionamenti del personale sanitario per cui non sono ancora state fatte le nuove assunzioni.

Abbiamo poi chiesto 1 milione per sostenere uno dei nostri settori economici più caratteristici, quello degli impianti sciistici, lasciati soli nell’affrontare il caro energia.

Oltre a queste battaglie, i circa 300 emendamenti che abbiamo proposto tentano di limitare i danni provocati da questa Giunta sotto diversi aspetti, tutti a denotare la nostra visione di società: dai bonus alle imprese al sostegno all’occupazione di giovani e adulti; dalle retribuzioni per i medici (chiamati eroi in tempi di Covid ma che aspettano ancora di essere pagati per le tante ore lavorate in più) allo psicologo di base per riaffermare il diritto universale al benessere mentale; dagli extra LEA alla parità retributiva di genere (non basta mettere una donna al governo se manca una cultura femminista di base); dalle infrastrutture per le reti ferroviarie alle comunità energetiche, in tempi di crisi ambientale ed economica.

Alla Giunta torniamo a chiedere: che fine ha fatto il milione del fondo per le crisi aziendali, sul quale avete deciso di versare altri 800.000€? Ad oggi le nostre domande a riguardo non hanno ancora ricevuto risposta

E a chi dirà “non ci sono i soldi per fare tutto quel che volete”, risponderemo che la destra è quella che propone la flat tax, per tagliare sempre più diritti in favore dei più ricchi, e indicheremo la slide sulle scelte sbagliate della destra, per mostrare cosa intende fare coi pochi soldi a disposizione.

Nel frattempo, siamo riusciti a ottenere delle vittorie. Il DDL 220 non può essere soltanto espressione della volontà della Giunta, che ha dovuto tenere conto di almeno una piccola parte delle nostre richieste. Nel disastro, siamo orgogliosi di essere riusciti a ottenere la copertura del 100% delle borse di studio universitarie (3.2 milioni), 1 mln per i voucher scuola frequenza, 2 milioni per i voucher scuola, trasporto e libri e ben 7.3 milioni per l’assunzione fino a dicembre 2022 di 1100 unità del personale sanitario ospedaliero, sui 1200 andati in pensione (e per i 100 rimanenti abbiamo chiesto gli altri 664.000€).
E’ qualcosa, ma ancora non basta…

Ecco perché continueremo a raccontare il nostro lavoro, con altre conferenze stampa e in tutti i modi possibili.

 

12-13 GIUGNO TORINO: PRIMARIE PER IL SINDACO DEL CENTROSINISTRA

12-13 GIUGNO TORINO: PRIMARIE PER IL SINDACO DEL CENTROSINISTRA

La storia è composta di cicli che nascono, crescono, si modificano, tornano indietro, vanno avanti. E i cicli, per definizione, sono periodi che si concludono. Questo succede a tutto ciò che ci circonda: la natura, la vita o gli avvenimenti storici. La politica non fa differenza, anzi, è strettamente correlata con gli anni del mandato che si ottiene dai cittadini. Quali scenari si possono presentare, una volta che un mandato politico arriva agli ultimi passi?

E’ necessario fare una prima distinzione, relativa al comprendere se la fine del mandato corrisponde anche alla fine di un ciclo politico. Per capirci, fin quando Francesco Totti ha potuto giocare, non si è mai discusso di chi fosse il capitano della Roma.

Così se alla fine di un mandato, tutta la comunità politica decide di rinnovare la fiducia al proprio leader, sarebbe masochista pensare di interrompere un percorso che, proprio perché ha convinto tutti, dimostra di avere ancora molto da offrire, come ad esempio succede oggi a Nichelino con il Sindaco Giampiero Tolardo o è accaduto a Moncalieri con Paolo Montagna.

Invece quando una linea univoca non esiste, quali alternative ci sono? Riprendendo modelli statuali, tra passato e presente, si possono contrapporre due possibilità: l’oligarchia e la democrazia. Sembrerà banale, ma è la vera essenza dei cicli politici nascenti, che hanno occasione sin dagli albori di impostare la propria storia su basi differenti. Anche simbolicamente, le alternative sono o consolidare il gruppo dirigente ed essere da esso sostenuto, oppure aprirsi al giudizio della collettività. Questa seconda strada è più complessa, faticosa e imprevedibile, ma è anche quella più efficace. Ed è più efficace proprio perché più sono larghe e solide le radici, più è resistente l’albero. Se invece la base su cui si costruisce il ciclo politico è ristretta, seppur profonda, sarà sempre in balia dei venti più vigorosi.

È per questo che le primarie, quando non vi è la fiducia rinnovata al proprio leader, sono uno strumento straordinario di “allargamento di radici”, di cui non dobbiamo aver paura e mandano un messaggio forte al di fuori del perimetro del Partito: siamo in ascolto, venite a dirci come possiamo migliorare.

In questo scenario prima le primarie del centrosinistra di Torino del 12 e 13 giugno e poi la campagna elettorale contro la destra, oltre ad interessare i cittadini di Torino hanno un valore per tutta l’area metropolitana.

Per questa ragione ho deciso di impegnarmi direttamente e di farlo a sostegno del candidato Stefano Lo Russo.

Perché?

Stefano Lo Russo è un amministratore competente, e dopo i cinque anni a governo 5 stelle, abbiamo bisogno prioritariamente di competenza;

Stefano Lo Russo ha una visione della città del futuro e della sua area metropolitana, oggi elemento essenziale che è mancato. I progetti di rivitalizzazione di Torino Esposizioni, dell’ex Moi tra cultura e innovazione e l’idea di eliminare l’IMU ai proprietari di case che decidono di affittare a studenti universitari fuori sede, danno la cifra dell’idea di una Torino accogliente e innovata.

Stefano Lo Russo è appassionato perché dimostra tutto il suo orgoglio nell’occuparsi di politica e amministrazione. Chi oggi assume questo ruolo deve esserne orgoglioso e mostrarlo ai cittadini, perché fare il Sindaco della tua città è il più bel ruolo a cui uno può ambire.

Stefano ha declinato la sua proposta per Torino in: Ascolta, Progetta, Cambia con al centro il Lavoro!

 

Per questo se sei residente a Torino il 12 e 13 giugno vai a votare e vota Stefano LO RUSSO

Trova il tuo seggio qui: www.stefanolorusso.it

Se sei un residente della provincia convinci un tuo amico di Torino di andare a votare e di votare:

STEFANO LO RUSSO SINDACO

Decreto Semplificazioni: Libera-Italia o Liberi-tutti?

Decreto Semplificazioni: Libera-Italia o Liberi-tutti?

La crisi economica successiva alla pandemia di economica si sta abbattendo, impietosamente, sul nostro paese e possiamo solo ipotizzare cosa provocherà nei mesi a venire: ad oggi, infatti, abbiamo potuto riscontrare gli effetti diretti di questa pandemia come perdita di posti di lavoro, blocco della produzione, crisi dell’export e del turismo. Ancor più preoccupante, a nostro avviso, sarà la “Fase tre” della crisi economica, che lascerà strascichi nel profondo del tessuto economico e sociale del nostro paese. Non possiamo infatti pensare che la legittima preoccupazione, diffidenza e paura diffusa da questi mesi drammatici lascino intonso alcun settore.

Occhio però, perché a volte cercando di chiudere un buco in una diga si rischia di incrinarla e sommergere tutto.

Questo è il rischio che si accompagna al “Decreto Semplificazioni” che, partendo da un assunto nobile e assolutamente condivisibile rischia di produrre degli effetti potenzialmente pericolosi e di difficile controllo. Chi, avendo avuto anche solo delle brevi relazioni con le pubbliche amministrazioni, non ha avuto la sensazione di un’eccessiva burocratizzazione del sistema, risultante in una paralisi di difficile comprensione? Partiamo da questo dato: la “macchina” pubblica italiana è oltremodo zavorrata e necessita di una revisione sistemica.

Come affrontare questo problema, specialmente ora che il nostro Partito ha responsabilità di governo?

Urge una sottolineatura, in questa fase di definizione. Sottolineatura che, insieme ad altri, hanno portato alla luce molte associazioni come Avviso Pubblico, di cui sono coordinatore regionale  (https://www.avvisopubblico.it/home/appello-su-decreto-semplificazioni-esprimiamo-forte-preoccupazione-per-alcune-proposte-contenute-nelle-bozze-del-decreto-rischio-concreto-di-fare-un-regalo-a-mafie-e-corruzione), Libera (http://www.liberainformazione.org/2020/07/04/semplificazione-e-contrasto-alle-mafie-occasione-sprecata/ ) ma anche la Corte dei Conti.

L’appello non deve cadere nel vuoto e deve essere recepito in questa fase, prima che un dietrofront possa diventare controproducente. L’innalzamento della soglia per l’affidamento diretto di opere pubbliche a 150 mila euro, ma soprattutto della cosiddetta “trattativa privata” richiedente solo una consultazione di 5 operatori privati fino alla soglia dei 5 milioni di euro è un errore, senza giri di parole.

Perché sappiamo bene che la maggior parte dei Sindaci, Presidenti di regioni e istituzioni pubbliche tutte nella stra-maggioranza dei casi siano integerrimi e non rispondenti alle lusinghe del malaffare, ma sappiamo altrettanto bene che le mafie sguazzano nella deregulation.

Qui un inciso credo sia dovuto: abbiamo visto le conseguenze della deregulation in ambito dei diritti dei lavoratori, che ci è costata (come partito) la fiducia di migliaia di lavoratori. Non commettiamo lo stesso errore.

Lo snellimento delle procedure e il “Liberi tutti” sono concetti molto distanti, soprattutto per un corpo politico che voglia responsabilmente contemperare i due interessi in gioco: velocità e legalità. Un provvedimento che avvantaggi uno di questi due aspetti a discapito dell’altro è comunque un provvedimento da evitare.

I primi casi giudiziari legati alle procedure di semplificazione causate dal COVID li conosciamo, purtroppo, tutti. Il momento più acuto della crisi sanitaria sembra essere passato, ora è il momento di ricalibrare le procedure ed evitare intollerabili ingerenze delle associazioni a delinquere e della  “comune” corruzione.

Lo stesso obiettivo si può raggiungere, ad esempio, aggiornando costantemente le risorse umane della pubblica amministrazione, favorendo il turnover (successivo ad un periodo di necessario accompagnamento) del personale prossimo al pensionamento con personale giovane e formato, fino ad arrivare ad una revisione complessiva del percorso di formazione universitario di coloro che vogliono lavorare nelle pubbliche amministrazioni.

Una scuola di amministrazione che formi tecnici, politici e dirigenti alla responsabilità di gestire la cosa pubblica in modo corretto ed efficiente sul modello della “neochiusa” École nationale d’administration francese, con un oculato rinnovamento delle procedure di ammissione e formazione degli studenti. Temi fondamentali se pensiamo che un’arretrata visione elitaria di questa scuola ha fomentato il malcontento sociale culminato nella richiesta dei Gilet Gialli a Macron di chiudere l’ENA, cosa poi effettivamente avvenuta.

L’appello quindi va alle forze di Governo, al Partito Democratico in primis: attenzione, attenzione, attenzione. L’obiettivo e nobile ma scegliamo il giusto sentiero da percorrere.

“Riparti Piemonte”- Cirio sei bravo ma non ti applichi

“Riparti Piemonte”- Cirio sei bravo ma non ti applichi

E’ per questo che il “Riparti Piemonte” ci lascia perplessi: la sensazione che abbiamo avuto dopo averlo approfondito è di aver visto dei grandi fuochi d’artificio. Luci, suoni, scoppi, ma alla fine il risultato è il minimo sindacale, per altro con enormi mancanze nella lista dei beneficiari.

Non sono questioni di parte o sensazioni, ci sono i numeri che, purtroppo per i piemontesi, parlano chiaro: partiamo dalla cifra complessiva. Presentato come un piano da 808 milioni di euro, va scomposto tra i finanziamenti europei, i fondi regionali già impegnati gli scorsi anni e ciò che questo decreto impegna come “nuove risorse”, per affrontare l’emergenza. Sapete quante sono queste risorse “nuove” sul totale di 808 milioni? 98, un decimo di quanto ostentato in una conferenza stampa di cui vi parlerò tra poco.

La cifra può sembrare comunque importante, ma per fornire un elemento di comparazione, allego il link del mio scorso articolo in cui racconto come con una Proposta di Legge del Partito Democratico, attraverso una semplice riduzione di capitale di Finpiemonte, abbiamo proposto alla maggioranza di recuperare 100 milioni di risorse “fresche”.

https://diegosarno.it/2020/04/30/riparti-piemonte-ma-fallo-bene/

Un altro, impietoso, dato rileva dai finanziamenti a fondo perduto alle aziende, provvedimento “cavallo di battaglia” di questa Giunta Regionale.

A parte la retorica del “finanziamenti a tutti, basta rispondere alla mail”, retorica che cullando la necessità delle aziende di sburocratizzazione nasconde in realtà una necessaria analisi dell’ente pubblico sulle domande e sull’offerta. In sintesi: veloci sì, ma i finanziamenti devono raggiungere le aziende che ne hanno i requisiti e non disperdersi “a pioggia”.

Oltre questa banalizzazione di un problema complesso, urge sottolineare che degli 88 milioni promessi, nella legge ne troviamo solo 55 e per altro con delle esclusioni che non sembrano comprensibili: sono esclusi infatti alberghi, ambulanti non alimentari, cartolerie, librerie, negozi di abbigliamento, erboristerie e agenzie di viaggio, per fare qualche esempio. Ma non doveva bastare rispondere ad una mail? Gli alberghi non necessitano di supporto? Tutte domande, ad ora, inascoltate da Cirio e dalla sua Giunta.

Un altro elemento che dobbiamo, nostro malgrado, sottolineare è l’inaccettabile ritardo nella cassa integrazione in deroga: a fronte delle circa 40 mila domande la Regione Piemonte ha processato solo 2000 domande circa.

Com’è possibile questo? L’assessore Chiorino dichiara di aver decuplicato il personale addetto a questa incombenza, ma noi rimaniamo perplessi: quali sono le delibere approvate dalla Giunta per ridestinare il personale da funzioni che oggi sono meno urgenti a questa? Le parole oggi non bastano più, vogliamo vedere gli atti. E’ di oggi la notizia che Intesa Sanpaolo verrà in “soccorso” delle mancanze della Regione anticipando i soldi della cassa (allego link della nota stampa), notizia che non può che farci piacere, ma non sono i privati che dovrebbero supplire il pubblico.

https://www.lastampa.it/torino/2020/05/06/news/piemonte-arrivano-i-soldi-per-la-cassa-in-deroga-da-lunedi-evase-le-prime-pratiche-1.38810143

Certo è che se la Giunta regionale è impegnata nella spettacolarizzazione delle sue promesse, non rimane molto tempo per le esigenze dei piemontesi. Quello che si rischia è l’effetto “Truman Burbank”: come nel celebre film di Peter Weir, il cittadino Truman può anche essere inizialmente ingannato dallo spettacolo mediatico costruito ad arte, ma poi la barriera prima o poi crolla e Truman si accorgerà che oltre la finzione la realtà è cedevole e insufficiente.

Per spiegare a cosa mi riferisco, basti pensare al Consigliere Carosso che invece di seguire i lavori del Consiglio Regionale tiene una conferenza stampa per raccontare il fumoso “Riparti Piemonte”.

 

Il nostro ruolo di opposizione resterà propositivo e mai ostruzionistico, perché anche se le azioni di questa maggioranza ce lo rendono incredibilmente complesso, nei momenti di crisi dobbiamo lavorare per l’unico interesse dei nostri concittadini. Solo ieri abbiamo approvato il carattere d’urgenza, ad esempio, della delibera “Riparti Piemonte” che dimezza i tempi di approvazione da 60 a 30 giorni.

Cirio faccia tesoro della nostra collaborazione: non solo non stiamo intralciando i lavori, ma siamo propositivi e le nostre azioni potrebbero rendere meno grave il giudizio complessivo che i cittadini avranno di questa fase di emergenza. La nostra responsabilità aiuterà i piemontesi, Cirio farà altrettanto?

 

“Riparti Piemonte”, ma fallo bene!

“Riparti Piemonte”, ma fallo bene!

In questi giorni la Giunta regionale del Piemonte sta discutendo il piano d’interventi chiamato “Riparti Piemonte”: un piano che cuba all’incirca 800 milioni di euro.
Oggi 30 aprile questa proposta doveva essere discussa e approvata nella riunione della Giunta Regionale, ma è stato rinviato. Come mai?

Attenzione però, queste risorse non sono direttamente ed immediatamente utilizzabili per rimettere in circolo la liquidità necessaria a sostenere le nostre imprese, le nostre associazioni, le nostre partite iva. Perché questo? Perché la maggior parte di queste risorse derivano da un piano di riprogrammazione di fondi europei: per questo motivo andranno rinegoziati con le istituzioni europee, processo che assorbirà del tempo e quindi neutralizzerà l’elemento d’urgenza che è connaturato nelle azioni che la Regione dovrà mettere in campo oggi.

Per questo il gruppo consiliare regionale del Partito Democratico ha depositato, oggi, una Proposta di Legge da affiancare al “Riparti Piemonte”, per fornire strategie utili alla Giunta regionale: in questa fase drammatica, abbiamo messo da parte lo scontro politico e vogliamo essere propositivi nell’interesse dei nostri concittadini.

 

La nostra proposta di legge mette a disposizione altri 100 milioni di euro.

 

Dove pensiamo di reperire le risorse? Da un ulteriore riduzione di capitale di Finpiemonte S.P.A., processo già iniziato negli scorsi mesi ed oggi sempre più necessario.

 

Come potremmo utilizzare questi 100 milioni aggiuntivi?

Andremo a sostenere tre macro ambiti:

-Le Piccole e medie imprese e turismo: 78.000.000 di euro

-Il sostegno alla lotta alla povertà e al disagio sociale 18.000.000 di euro

-Gli attori del comparto culturale e sportivo 4.000.000 di euro

 

  1. Per il comparto delle piccole e medie imprese sono previsti, tra gli altri: contributi per gli adeguamenti necessari al fine del rispetto delle disposizioni normative a tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, contributi per l’implementazione dello smartworking e piano straordinario sul turismo
  2. Per il sostegno alla povertà è previsto un incremento delle risorse di cui alla Missione 12 (Diritti Sociali, Politiche Sociali e Diritti) Programma 12.07 (Programmazione e governo della rete dei servizi socio-sanitari e sociali) per euro 14.500.000,00 prelevandole dalla Missione 15 (Politiche per il lavoro e la formazione), l’incremento di 500 mila euro al Fondo regionale per il contrasto ai fenomeni di usura.
  3. Per gli attori del comparto culturale e sportivo sono previsti: per le associazioni e società sportive non professionistiche viene istituito un fondo con un importo pari ad euro 2.000.000,00; un fondo, con un importo complessivo pari ad euro 2.000.000, 00, al fine di intervenire a favore delle associazioni iscritte, a livello nazionale e regionale, nei registri del volontariato e nei registri delle associazioni di promozione sociale: questo fondo è finalizzato all’erogazione di contributi a fondo perduto a copertura parziale delle spese di funzionamento e di gestione durante l’emergenza epidemiologica da Covid-19, nonché quale supporto straordinario all’attività prestata.

 

Per questo chiediamo a Cirio che:

  • Si discuta subito e in tempi rapidi il “Riparti Piemonte
  • La nostra Proposta di Legge, che contiene risorse recuperabili senza un taglio ai servizi e prevede al contempo sostegno a comparti essenziali della nostra Comunità, possa essere approvata dalla maggioranza senza preconcetti “di parte”.
COVID-19 / PIEMONTE IL CASO ANOMALO: Perché?

COVID-19 / PIEMONTE IL CASO ANOMALO: Perché?

Dall’inizio della pandemia il gruppo del Partito Democratico, insieme a tutte le altre opposizioni, ha cercato di costruire un rapporto di collaborazione con la maggioranza regionale, costruttivo e non pregiudiziale, abbandonando anche tutti gli strumenti ostruzionistici a disposizione delle opposizioni.

Non abbiamo mai polemizzato durante il primo mese dell’emergenza covid-19 sulle mancanze e sui ritardi. Abbiamo permesso l’approvazione del bilancio regionale 2020, eliminando e ritirando tutti gli emendamenti ostruzionistici e lasciando solo quelli di merito connessi al coronavirus, che sono tra l’altro stati tutti puntualmente bocciati. Tra queste figuravano delle proposte sugli aspetti economici per la tutela delle famiglie in difficoltà e delle attività commerciali e imprenditoriali: tutte inascoltate.

Quest’atteggiamento non cambierà e continuerà ad essere la nostra stella polare come opposizioni, nonostante quello che oramai è evidente a tutti: ci sono state delle mancanze e dei ritardi nella gestione dell’emergenza.

 

I dati Regione per Regione

 

 

Lo affermano pubblicamente medici, infermieri, operatori sanitari e strutture sanitarie, comprese le RSA.

Chi siede nei banchi delle opposizioni, a mio parere, dovrebbe avere il compito di riportare nelle sedi istituzionali queste posizioni di forte critica e concretizzarle. Il Pd lombardo in consiglio regionale ad esempio ha chiesto formalmente una commissione d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza.

Esiti dei tamponi nelle RSA al 14 aprile in Piemonte

 

Questione tamponi in Piemonte. Non è possibile che solo oggi, a distanza di circa 50 giorni, i tamponi siano in aumento. Ecco i dati sui tamponi al 16 aprile:

  • Lombardia 230000 tamponi – 33.090 positivi
  • Emilia Romagna 112000 tamponi – 13.600 positivi
  • Veneto 224500 – positivi 10.800,

e arriviamo al Piemonte: 80.000 tamponi e 13.783 positivi.

Non credo ci sia bisogno di spiegazioni del perché, come Piemonte, siamo un caso nazionale anomalo.

 

 

I Tamponi nelle RSA in tutta la Regione

 

Questione RSA in Piemonte. Non è possibile che alcune RSA del Piemonte ad oggi non abbiano ancora ricevuto i tamponi.

Al 14 aprile su 42.000 persone nelle RSA tra ospiti e operatori sanitari solo 14.000 tamponi effettuati e fino al 7 aprile erano solo 4.000.

Il tema del problema specifico delle RSA era a conoscenza dall’inizio dell’emergenza visto che gli anziani erano e sono i più colpiti dal Covid-19.

 

Deceduti nella RSA in Piemonte

 

 

C’è stata sottovalutazione del problema e la catena di comando dell’unità di crisi, che parte dal Presidente Cirio e dall’assessore Icardi, non ha funzionato in termini di tempismo e di scelte

Per questo motivo credevo utile proporre al mio gruppo consigliare e al mio partito di attivare due azioni in contemporanea:

  • La prima era di continuare a concentrarsi sui contenuti e dare piena disponibilità al confronto e alla collaborazione con la maggioranza, seppur molte volte ci abbia sbattuto la porta in faccia e abbia smesso, negli ultimi giorni, di convocare commissioni (luogo del confronto in regione), sostituendole con le conferenze stampa.
  • La seconda, proprio per evidenziare e trasferire le istanze degli operatori sanitari nei luoghi istituzionali, era quella di richiedere il commissariamento, non dell’intero comparto sanitario, ma della gestione dell’emergenza cioè dell’unità di crisi a partire dalla responsibilità politica di Icardi (assessore sanità) e Cirio (Presidente della Regione Piemonte) e l’istituzione di una commissione d’inchiesta da calibrare nelle prossime settimane proprio per capire dove si era sbagliato. Credo che questo sia il modo migliore per stare al fianco di quelle categorie che hanno sollevato critiche molto forti anche pubblicamente.

Il gruppo consigliare, i parlamentari piemontesi e la segreteria regionale hanno optato per un’altra strada, più tenue.  La scelta è stata quella di continuare a chiedere conto alla giunta regionale del proprio operato, ma senza formalizzare richieste più nette. Lavorando quindi di più sulla prima da me elencata, scartando la seconda.

Chi milita in un partito sa che, dopo aver proposto delle tesi anche contrastanti con quella maggioritaria, si debba far sintesi e proseguire insieme e compatti.  Per questo continueremo a monitorare la Giunta, sperando che questa strada produca gli effetti sperati, prima di tutto per i cittadini piemontesi.

Come cittadino e come Consigliere regionale sento però il dovere di evidenziare la mia posizione, nel pieno rispetto dei ruoli e dei compiti: uniti verso l’obiettivo, ma sempre sinceri, plurali e democratici!

 

Qui due articoli di due giornali web della zona sud di Torino:

 

 

Elezioni regionali 2020

Elezioni regionali 2020

L’alba della riscossa

Questa mattina, mi son svegliato…

E ho trovato un popolo che ha deciso di riscattarsi dal pensiero unico del sovranismo.

Uscendo di casa, oggi, l’aria sembrava più leggera: le elezioni in Emilia Romagna non solo riconsegnano alla regione il miglior governatore per quel territorio, ma mandano un messaggio chiaro a tutta l’Italia.

Il messaggio è che la Bestia si può battere, che siamo ancora tanti a credere in un mondo diverso, che non è vero che suonare ai citofoni con metodi da Gestapo porti sempre i frutti sperati. L’Emilia ci dimostra che l’Italia ha riscoperto la volontà partigiana, nel senso di prendere parte contro i professionisti dell’odio.

In Calabria i risultati sono sicuramente meno esaltanti, ma possiamo salvare il fatto che il PD risulti primo partito della regione (pur tenendo conto dello spacchettamento dei voti di Forza Italia tra le varie liste civiche) e che la Lega non sfondi: Matteo, quando dici che 60 milioni di italiani sono con te prendi un abbaglio, gli italiani ti relegheranno a breve nel buco che il tuo immenso ego creerà crollando.

Ma diamo uno sguardo ai numeri, che spesso possono trarre in inganno ma dai quali bisogna sempre partire per comprendere un momento storico:

  • Affluenza più che raddoppiata rispetto alle Regionali 2014 in Emilia: da 31% a 67,7%;
  • Sempre in Emilia il PD si attesta al 34,7% sfiorando i 750000 voti di lista, ai quali si possono aggiungere almeno in parte i voti delle liste civiche a sostegno del Presidente;
  • A Bologna il PD sfiora il 40% e a Bibbiano supera il 40%;
  • A parità di affluenza il 15,7% del Pd in Calabria può essere la base per ripartire, ricostruendo il Partito Democratico dalle fondamenta;

Quando l’affluenza cresce è sempre un’ottima notizia: sia che l’elettorato si rivolga a noi sia ai nostri contendenti. Il dato di ieri però ci fa particolarmente piacere perché “l’effetto sardine” ha risvegliato la passione e la speranza di centinaia di migliaia di persone, che si sono recati nuovamente alle urne.

Non cadiamo però in errore: non basta la paura di Salvini, non basta il meno peggio, non basta tirare a campare. In Emilia Romagna abbiamo vinto perché abbiamo saputo presentare un candidato autorevole e una squadra convincente. Bonaccini è la dimostrazione che il nostro popolo non è sparito, ma ci osserva con attenzione. Quando non ci sostiene vuol dire che abbiamo sbagliato noi qualcosa, indipendentemente dal fatto che il livello sia nazionale, regionale o anche locale.

Concedetemi un passaggio su Bibbiano: simbolicamente è la vittoria di una parte, quella democratica, progressista e legalitaria. Perché noi ben ci ricordiamo, qui in Piemonte nello specifico, cosa abbia significato in termini propagandistici il caso Bibbiano. Siamo partiti con gli striscioni appesi al palazzo della regione per arrivare al drammatico disegno di legge Caucino “allontanamenti zero”. Sì, avete capito bene, la proposta che mira ad eliminare gli affidamenti proposta da quell’assessora che in consiglio regionale aveva dichiarato che il Partito Democratico era direttamente collegato ai fatti (ci sono le riprese video del Consiglio Regionale a testimoniarlo).

Le risposte che i cittadini hanno dato sono due: la prima è che chi specula sulle disgrazie di famiglie per esclusivi fini elettorali è da isolare, la seconda è che il metodo da Santa Inquisizione svolto da Salvini, Caucino, Forza Nuova e Casapound non sfonderà mai nella terra dei ribelli, padri fondatori della nostra bella Italia.

Ieri non abbiamo vinto la guerra ma abbiamo iniziato una battaglia che deve indirizzarci sulla strada della costruzione di un Partito che sia la rappresentazione della nostra gente: buona amministrazione, unità, rinnovamento della classe dirigente, visione multiculturale del mondo, progresso volto alla diminuzione delle disuguaglianze sociali, patto generazionale sulla tutela dell’ambiente e investimenti sull’innovazione.

L’analisi sarebbe incompleta se non si sottolineasse il crollo del Movimento 5 Stelle: per alcuni è la fine di un sogno, per altri la cartina di tornasole dello scontro frontale avuto con le responsabilità di governo, per altri ancora la conseguenza di un’ambiguità di fondo sui valori fondanti.

Il dato certo è solo uno: è finita l’epoca del tripolarismo.

Ora il Partito Democratico dovrà fare molta attenzione ed evitare svolte proporzionali che avrebbero il solo risultato di approdare a governi raffazzonati e litigiosi. Non dobbiamo scappare da Salvini, dobbiamo sfidarlo sulla visione del mondo e sulle sfide contingenti. L’abbiamo battuto ieri, possiamo batterlo ancora.

Il Mattarellum può essere una buona proposta dalla quale partire?

 

Ora è il momento di costruire: che il Segretario Zingaretti, a cui la storia riconoscerà il merito di aver riportato un PD considerato morto nel 2018 ad essere di nuovo un’alternativa credibile alle destre, prosegua con l’azione annunciata in campagna elettorale: si ristrutturi il partito dalle sue fondamenta, aprendo alla società civile, alle Sardine, ai Fridays or Future ma radicalmente.

Il nuovo Partito Democratico abbia il coraggio di mettere nelle prime file nuovi dirigenti sostenuti dall’esperienza degli storici dirigenti, poiché solo così avremo un campo largo pronto a sfidare le destre populiste e non “un vecchio palazzo a cui ridipingiamo la facciata”.

Ce la faremo, Compagni, io ci sono!

 

 

Il Partito Democratico come Comunità culturale, prima di tutto!

Il Partito Democratico come Comunità culturale, prima di tutto!

Ogni Comunità si costruisce attraverso il dibattito, il confronto, la formazione, lo scontro costruttivo.

Il percorso che il Partito Democratico di Nichelino propone è esattamente questo: farsi promotore di un ciclo di incontri. Accendere la miccia perché la nostra Comunità, così meravigliosamente plurale, possa avere un’occasione per far sentire la propria voce e costruire insieme una nuova storia politica-culturale!

 

I primi incontri già in calendario sono due, che si svolgeranno entro fine anno e sono:

  • 25 Novembre: “Governo della Regione: i primi mesi della Giunta Cirio/Leghista” – Presenti il Consigliere Regionale Diego Sarno e l’ex Presidente Sergio Chiamparino- presso Open Factory Nichelino (via del Castello 15 nella zona Borgo Vecchio);
  • 15 Dicembre: “Inaugurazione della rinnovata sede del Circolo PD Nichelino” – Presente l’On. Andrea Giorgis- presso Circolo PD “Tina Anselmi” di Nichelino (via Stupinigi 4).

 

Io, come Consigliere Regionale, mi metto a disposizione delle città del Territorio: usatemi, come strumento di tramite con un ente del quale abbiamo un vitale bisogno. Sapere come, quando e se utilizzare le risorse Regionali a favore delle nostre Città è una grande occasione e non possiamo a questo punto rischiare di perderla.

Durante il primo incontro infatti sarò tra i relatori, insieme al Presidente Sergio Chiamparino, per raccontarvi i primi mesi della Giunta Cirio. Vedrete, plasticamente, quali siano le differenze di un governo di Destra a trazione Leghista, rispetto allo scorso mandato.

Un esempio? Tutti avrete sentito del pasticcio sulle borse di studio: hanno per una vita detto che con “la Cultura non si mangia”, per cui non ci stupiscono. Noi però siamo diversi e vogliamo sottolinearlo. Perché quando l’ubriacatura Leghista sarà passata, noi dovremmo farci trovare pronti ed essere realmente alternativi.

 

Nel secondo, presso il nostro Circolo “Tina Anselmi”, avremo come ospite l’On. Andrea Giorgis, che ci accompagnerà nella nuova inaugurazione della sede, che sarà da ora anche la mia sede territoriale: l’invito è di utilizzare anche questo luogo per contattarmi, incontrarmi, farmi domande o proposte.

In campagna elettorale ho promesso che sarei stato presente e partecipe: come saprete ci tengo a mantenere la parola data e a fornire gli adeguati strumenti per far sì che questa presenza sia anche produttiva ed efficace.

 

Oggi il Partito Democratico mantiene l’impegno preso: stiamo creando l’occasione in cui, attraverso il confronto pubblico, possiamo porre le basi per il Partito e la Città che sogniamo, coerentemente a quello già sviluppato. È una vera e propria chiamata alla mobilitazione: quella culturale e sociale. Che ognuno si senta chiamato in causa, è questo il momento di partecipare e dare il proprio contributo. Nessuno escluso, ma nessuno sarà giustificato in caso di assenza.

Siamo e saremo un laboratorio e una fucina: niente preconcetti, niente imposizioni, niente ultimatum.

Io ci sono, il Partito Democratico c’è, tanti ci hanno chiesto questo percorso e tanti ne faranno parte.

E tu? Farai parte di questa Comunità in viaggio? Noi ti aspettiamo.